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  • Immagine del redattoreBarbara Baffetti

LEA E LA PORTA DELLA LIBERTÀ

Aggiornamento: 1 mag 2020


Lea prosegue obbediente la quarantena, chiusa in casa tra incontri online e lezioni da fare. Quella mattina quando si alza vede che, dopo un paio di giorni di pioggia, fuori splende finalmente un bel sole; se la luce che entra le mette allegria, dall’altro si scatena in lei anche una strana nostalgia per le lunghe passeggiate al parco cittadino che con la sua famiglia erano soliti fare in primavera. Queste settimane chiusa in casa le hanno fatto apprezzare tante delle cose che prima faceva e dava per scontate. La passeggiata al parco è una di queste; la libertà di poter entrare e uscire di casa quando vuole è un’altra delle questioni che più le pesano. La porta di casa è ormai diventata un tabù; esce solo papà per fare la spesa e prendere i medicinali per i nonni. Nient’altro.


Ci sono momenti che le sembra di stare in prigione. Quando torneranno a essere liberi? Alla Tv, da qualche giorno, sente dire che le cose stanno andando un po’ meglio e che quindi piano, piano si potrà uscire di nuovo ma con tante attenzioni: mascherina e distanza tra le persone. Non si sa come faranno per la scuola e l’oratorio. Insomma tante cose complicate per gli adulti, figuriamoci per Lea. Così la bambina va dal suo papà a porre la fatidica domanda circa la libertà che li attende. Sa che lui non


dice mai bugie e che ha sempre la risposta giusta per tutto; quando poi non ce l’ha riesce a dare degli abbracci che le fanno passare ogni pensiero, tanto è il calore che sprigionano nel suo cuore. “Papà puoi ascoltarmi un attimo?” “Dimmi Lea”, dice suo padre distogliendo lo sguardo dal computer. “Questo bel sole mi ha fatto pensare alle nostre passeggiate al parco e mi ha preso un po’ di nostalgia. Volevo chiederti quando potremo entrare e uscire liberamente da casa. Dicono tante cose in TV e io non ci capisco niente; ho paura che non saremo mai più liberi come prima!”, dice Lea. “So quello che provi perché anche per me e mamma è un po’ lo stesso; anche se devo dire che tu e Marco ci state dando davvero una grande lezione di pazienza. Siete molto più bravi di noi. Per quello che riguarda come sarà dopo questa quarantena non so davvero risponderti con certezza, quello che è sicuro che dovremo ancora fare un po’ di attenzione nel muoverci. Tuttavia se siamo un limitati nelle azioni questo non significa che non abbiamo la libertà vera”.

“In che senso papà? Non parlare difficile anche tu!”, risponde la ragazzina impaziente. Il padre sorride e le fa segno di salire sulle sue ginocchia per ricevere uno dei suoi abbracci e dice: “Hai ragione Lea e visto che io non mi so spiegare proviamo a chiedere a Gesù. Lui sa qual è la libertà di cui abbiamo bisogno. Magari troviamo insieme la risposta nel Vangelo di questa domenica che parla proprio di una PORTA da cui entrare e uscire”. Aperta la Bibbia l’uomo con in braccio la figlia comincia a leggere:

“In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza»”.


Quando papà termina di leggere, Lea riflette ad alta voce: “Gesù con questo racconto vuole dire a tutti noi che Lui ci conosce uno a uno e che ci cammina davanti; quindi non dobbiamo avere paura?” “Esatto; Lui ci vuole davvero tanto bene. Anche quando tutto intorno a noi è confuso, non dobbiamo temere perché Lui non abbandona nessuno”, risponde l’uomo sorridendo. “OK. Questo mi è chiaro papà, ce lo ha detto anche la catechista Imma durante l’incontro online dell’altra settimana e pure mamma me lo ha spiegato; ma che c’entra con la libertà quello che hai letto?”. “Hai sentito che Gesù ha detto che Lui è la porta e che tutti possiamo entrare e uscire senza temere, perché veglia su di noi?”, chiede l’uomo. “Si ho sentito, ma noi papà non possiamo entrare e uscire!”, risponde secca Lea. “È vero piccola mia, ma oggi Gesù ci parla della vera libertà, quella dei figli di Dio. È una libertà un po’ diversa da come la intendiamo noi; non significa fare tutto ciò che vogliamo. È piuttosto la libertà di chi sente il cuore leggero perché ha vicino qualcuno che lo ama e dal quale può tornare sempre al sicuro”. “Penso di aver capito. È un po’ come quando tu mi abbracci e passa la nostalgia e la paura!”, riflette Lea. Il papà sorride e stringendo la figlia ancora più forte prosegue: “Già… e succede così anche con Gesù. Allora in questo tempo in cui il virus ha cambiato tutte le nostre abitudini, possiamo stare ancora più vicini a Lui, magari dicendo le preghiere o leggendo il Vangelo come abbiamo fatto ora; potremo scacciare le paure e i brutti pensieri e sentirci comunque liberi, proprio….”. “..come fanno le pecore col proprio pastore …. tenendo lontani ladri e briganti”, termina Lea con un sorriso, prima che lo dica il papà. “Ecco vedi che ho ragione io! Tu e tuo fratello siete assolutamente più avanti di me e mamma! Hai capito ciò che a volte noi dimentichiamo con facilità”, dice sorridendo l’uomo, mentre sta entrando in stanza Marco. “In che cosa siamo più avanti?”, chiede il piccolo. “Nel capire la Parola di Dio e metterla in pratica”, risponde orgogliosa Lea. Marco la guarda tra lo stupito e il perplesso; Lea però ha già avuto un’idea e la nostalgia d’inizio giornata ha lasciato il posto al sorriso e alla voglia di fare qualcosa di bello. Così presi fogli, forbici e colori, si mette al lavoro. “Cosa dobbiamo fare?”, chiede il fratellino. “Decoriamo la porta di casa. La riempiamo di fiori e cuori e sopra ci scriviamo le cose belle che faremo quando ci faranno uscire di nuovo, ma anche quelle altrettanto belle che abbiamo fatto in casa. Insomma tutte le cose che ci hanno fatto sentire comunque liberi”, risponde la ragazzina mentre gli passa fogli e pennarelli. Marco ci pensa un attimo e chiede: “Come quando la scorsa settimana abbiamo ballato e cantato a squarciagola con papà per il compleanno di mamma?” “Esatto”, risponde sempre più sorridente Lea.


I due bambini lavorano per tutto il pomeriggio e alla fine della giornata mostrano ai genitori il lavoro fatto. Mamma e papà non credono ai loro occhi; la porta di casa è diventata bellissima, piena di cuori, fiori, preghiere e anche un bel Gesù al centro che dice “IO SONO LA PORTA”. Lea e Marco battono le mani felici.


CAMMINARE INSIEME – PORTA – VITA


La libertà è una dimensione complessa da spiegare e comprendere per grandi e piccini. Possiamo però sfruttare questo tempo di quarantena per provare a parlarne con i nostri bambini. Lasciamo che siano loro a dirci che cosa intendano per libertà, cosa gli manca del tempo precedente la quarantena e cosa invece hanno apprezzato di questo periodo.

Lo spazio della casa da dove si entra e si esce, non sempre è sinonimo di vera libertà; aiutiamoli a vedere il buono che abbiamo scoperto in questi giorni: la possibilità di condividere paure e dubbi, di imparare a gestire gli spazi e non avere uno sguardo egoista sul mondo. Da ultimo la libertà di affidarci grandi e piccini a Gesù, riscoprendo un’amicizia che forse era un po’ offuscata dalle mille attività che prima impegnavano le nostre giornate.


UN SEGNO DI “LIBERTÀ” PASQUALE


Al termine delle riflessioni fatte insieme, vi invitiamo a lavorare al segno di “libertà” pasquale, pensato da Lea. Proponiamo dunque ai nostri bambini di decorare la porta di casa con cuori, fiori su cui abbiano scritto i momenti in cui si sono sentiti liberi e felici anche in casa e le cose belle che vogliono tornare a fare; possiamo anche scrivere delle piccole preghiere per affidare i nostri desideri a Gesù, PORTA della vera libertà.



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